italia oggi / Ital Communications
In collaborazione con l'Università La Sapienza
Le province italiane in cui si vive meglio secondo la classifica della qualità della vita di italia oggi
Secondo la classifica di quest’anno, le province italiane in cui si vive meglio si trovano tutte al nord
ogni anno, Dal 1990 a oggi, viene pubblicata la classifica sulla Qualità della vita nelle oltre cento province italiane, messa a punto tenendo in considerazione diversi fattori, tra cui salute, sicurezza, reddito, cultura o istruzione. Secondo la classifica di quest’anno, la provincia italiana in cui si vive meglio è Milano, seguita da quelle di Monza-Brianza e Brescia. Roma è al 24esimo posto su 107: ha guadagnato nove posizioni rispetto allo scorso anno, ma rimane lontana dalle città metropolitane del Centro e Nord Italia, come Firenze (8ª) e Bologna (4ª) - entrambe nella top 10, anche se perdono qualche posizione rispetto al 2023.
La classifica di ItaliaOggi - Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: “Affari e lavoro”, “Ambiente”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e sicurezza”, “Reddito e ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza sociale” e “Turismo e cultura”. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore. Le 107 province, a seconda del loro punteggio, vengono poi divise in quattro gruppi: “Buona”, “Accettabile”, “Discreta”, “Insufficiente”.
Quest’anno la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 62 province su 107, in lieve flessione rispetto agli ultimi tre anni: erano 63 nel 2023, 64 nel 2022 e 63 nel 2021. La maggior parte di queste è localizzata nel Nord Italia, con qualche eccezione - è il caso della Toscana, dell’Umbria, delle Marche e del Lazio. Nella categoria “Affari e lavoro” – calcolata su una media tra tasso di occupazione e disoccupazione, imprese registrate e cessate – più di 7 province su 10 hanno un punteggio che supera i 500 punti, e solo 20 sono considerate insufficienti. La stessa tendenza si ritrova nella categorie “Reati e Sicurezza” con 17 insufficienze, e “Sicurezza sociale”, con 21 insufficienze.
In tutte le altre categorie emergono le difficoltà strutturali del Paese, e decade anche la classica divisione tra Nord e Sud: nella categoria “Popolazione” più del 50 per cento delle province sono sotto la media: si fanno pochi figli, c’è un alto tasso di mortalità e il saldo migratorio non riesce a compensare questi numeri. Trieste e Alessandria, ad esempio, nel 2024 sono tra le città del Nord Italia in questo senso peggiori, rispettivamente al 101° e 103° posto. Nella categoria “Turismo, intrattenimento e cultura”, introdotta quest’anno, solo 11 province sono sopra i 500 punti. Tra queste ci sono molte grandi metropoli culturalmente attrattive, come Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze e Bologna, mentre tutte le altre non riescono a raggiungere offerte adeguate in termini di servizi turistici e culturali – a causa del numero limitato di musei, biblioteche, eventi culturali e strutture ricettive, tra le altre cose.
Il numero delle “province”
sotto i 500 punti nella
categoria "Salute"
Influisce nella classifica il basso numero di posti letto nei reparti di specialistica, e delle apparecchiature diagnostiche ogni 100mila abitanti. Un fenomeno diffuso in tutta la penisola con le grandi metropoli fuori dalla top 30
nel 2024
le metropoli del centro
e del nord continuano
a migliorare le loro
performance
La gran parte dei territori in cui la qualità della vita è considerata più bassa si trova invece nel Sud Italia
C’è una tendenza che prosegue dal post-pandemia ed è il lento miglioramento dei punteggi delle grandi aree urbane del Centro e del Nord Italia. Tendenza ben rappresentata dal 1° posto di Milano, dalla presenza in top 10 di Bologna e Firenze, ma anche dalle performance di Torino (23ª) e Roma (24ª), che scalano una decina di posizioni rispetto al 2023.
A contribuire maggiormente al percorso di crescita sono state le categorie “Salute” e “Sicurezza Sociale”: con in testa Bologna e Roma, le metropoli del Centro e Nord Italia sono migliorate in questi due macro-ambiti, nonostante non siano tutte tra le top 30. Le grandi città rimangono invece in fondo alla classifica nel caso di “Reati e sicurezza”, con Milano addirittura penultima davanti a Rimini, mentre la migliore è Torino alla 99esima posizione. Le altre categorie dove le metropoli non brillano sono “Affari e lavoro” e “Reddito e ricchezza”: Milano e Roma sono le peggiori con 20 e 12 posizioni perse; a influire maggiormente sul punteggio di entrambe, è stato l’alto costo degli immobili al metro quadro, l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e il peggioramento del tasso di disoccupazione.
Le province che si sono distinte per aver guadagnato o perso tante posizioni
Sono principalmente le categorie "Affari e lavoro" e "Salute" ad aver influenzato la variazione di posizionamento delle province
La salita o la discesa delle province italiane nella classifica generale è stata determinata dai risultati positivi o negativi ottenuti nelle nove categorie prese in esame.
FERRARA
Ferrara è la provincia che ha scalato più posizioni, 21. I miglioramenti più evidenti sono nelle categorie “Salute”, in cui ha guadagnato 33 posti, e “Affari e lavoro”, in cui ne ha ottenuti 19
TRIESTE
Trieste è la seconda provincia che ha fatto il salto più elevato, passando dal 30° al 14° posto. Hanno fatto la differenza le 33 posizioni conquistate nelle categorie "Salute" e le 24 in "Affari e lavoro"
GORIZIA
Gorizia è passata dal 42° al 26° posto. L’ingresso nella top 30 della classifica è merito dei risultati positivi in “Ambiente”, in cui è salita di 35 posizioni, e “Salute”, in cui ne ha guadagnate 34
GENOVA
Genova quest'anno non è più fuori dalla top 50: ha recuperato 14 posizioni, raggiungendo il 43° posto, grazie ai progressi in "Reddito e ricchezza" (+28) e "Salute" (+24)
SAVONA
Savona è la provincia che è peggiorata di più nel corso di un anno. Ha perso 20 posizioni, passando dalla 43ª alla 63ª, a causa di due trend negativi: è calata di 47 posti in "Salute" e di 20 in "Affari e lavoro"
SIENA
Siena è scesa di 18 posizioni nella classifica generale, passando dall'11ª alla 29ª. Il calo è avvenuto in cinque delle nove categorie: il peggioramento più evidente è stato in "Ambiente", in cui ha perso 17 posti
ISERNIA
Isernia ha perso 15 posizioni rispetto al 2023. In “Ambiente” e “Salute” ha registrato i cali più importanti, retrocedendo rispettivamente di 50 e 44 posti, e migliorando leggermente solo in altre due categorie
AOSTA
Aosta nel 2024 è uscita dalla top 10 e dalla top 20. Lo scorso anno era al 9° posto, e nel 2024 è al 22°, a causa dei peggioramenti in 'Reati e sicurezza', in cui ha perso 26 posizioni, e 'Reddito e ricchezza', in cui ne ha perse 10
Cosa emerge dalla classifica sulla Qualità della vita 2024? Per rispondere a questa domanda abbiamo selezionato 16 dei 92 indicatori che compongono la ricerca: “Tasso di occupazione e disoccupazione dai 15 ai 64 anni”, “Numero medio di figli per donna”, “Tasso di inattività giovanile”, “Posti letto negli ospedali” e così via. Oltre a testimoniare una differenza netta tra Nord e Sud Italia, i dati in questione mettono in luce problematiche più profonde all’interno delle stesse province meridionali.
Mentre nelle province del Nord e del Centro si osserva una certa stabilità dei valori, con oscillazioni meno accentuate tra una provincia e l’altra, le aree del Sud Italia rivelano forti differenze interne. Da un lato, troviamo province come Crotone e Agrigento che faticano a mantenere standard economici e occupazionali competitivi; dall'altro, emergono alcune eccezioni, come Teramo e Nuoro che presentano un basso tasso di disoccupazione giovanile - in linea o migliore rispetto a molte città del Nord Italia.
Le disparità interne al Paese ben rappresentate dalla classifica della Qualità della vita 2024 si ritrovano anche nel paragone tra l’Italia e gli altri Paesi europei: mentre in alcune categorie come “Infortuni sul lavoro ogni 1000 abitanti” o “Variazione dei prezzi al consumo” l’Italia è nella media, in alcuni settori il Paese risulta essere tra i peggiori d’Europa. Per esempio, emerge che in Italia il benessere economico è scarso: lo testimoniano la percentuale più bassa di occupati, la più alta di inattivi e la terza più alta di giovani disoccupati nella comunità europea. L’Italia è anche terz’ultima per numero di laureati. Sono negativi anche i risultati sul numero di figli per donna, i posti-letto, la mortalità, gli infortuni sul lavoro e l’inquinamento atmosferico.
La classifica della Qualità della vita 2024 evidenzia un Paese in lento miglioramento rispetto allo scorso anno, ma ancora fortemente frammentato. Se da un lato le grandi città del Nord e Centro Italia vedono crescere il loro posizionamento, dall’altro il Sud continua a rimanere indietro, penalizzato da disuguaglianze più di natura strutturale.